Venerdì 21 ottobre convegno Confabitare al SAIE

Scenario. Il tema della sicurezza antincendio degli edifici è balzato agli onori della cronaca recentemente. Dopo gli incendi della Torre del Moro a Milano e del palazzo Lagrange ed edifici attigui a Torino, che hanno coinvolto elementi di chiusura (facciate e copertura), è necessario riflettere sull’efficacia che il quadro normativo avrebbe in materia di sicurezza antincendio, riguardante le chiusure d’ambito, nel proteggere la vita delle persone e la proprietà immobiliare. È sempre più evidente che l’urbanizzazione e il cambiamento climatico abbiano posto nuove sfide al modo di vivere moderno. L’esponenziale crescita delle aree urbane e lo spopolamento delle aree periferiche è una delle cause della modifica del panorama architettonico delle città: gli edifici costruiti sono più alti. Proprio per questo motivo aumentano i fattori e gli elementi che contribuiscono a generare il pericolo di incendio.

A causa di molti fattori, tra cui un maggiore utilizzo di materiali sintetici nella costruzione e nell’arredamento, lo sviluppo di nuovi sistemi di cablatura e connettività – e quindi più complessi sistemi elettrici – oggi gli incendi si sviluppano molto più velocemente rispetto al secolo scorso. La protezione dal fuoco costituisce un fattore fondamentale da considerare durante la progettazione e la riqualificazione degli edifici, così come la scelta dei materiali e le soluzioni architettoniche più adeguate.

Le scampate tragedie hanno quindi sottolineato la necessità di una normativa cogente che segua gli esempi più virtuosi in Europa, oltre che di una maggiore sensibilizzazione tra i privati dei rischi collegati all’uso di materiali combustibili nelle facciate degli edifici più alti, e di quelli sensibili come scuole e ospedali. Una lezione che l’Inghilterra ha purtroppo imparato dalla tragedia dell’incendio della Grenfell Tower nel 2017 dove persero la vita 72 persone. Dopo l’evento, la normativa inglese è stata formulata in modo da eliminare qualunque ambiguità e soggettività che consentivano l’uso di materiali combustibili su edifici di altezza elevata. Attualmente, infatti, è proibito l’uso di materiali combustibili per l’isolamento o il rivestimento delle facciate in tutti gli edifici oltre i 18 metri di altezza.

La questione assume un’urgenza ancora maggiore in quanto l’Italia sta vivendo un boom di ristrutturazioni edilizie volto a promuovere un sempre più ampio risparmio energetico. La crescita degli interventi sulle facciate esistenti, dovuta all’introduzione del Superbonus 110%, sta infatti cambiando il profilo di rischio del parco edifici rispetto alla protezione dal fuoco. Allo stesso tempo gli investimenti previsti dal PNRR per la riqualificazione di edifici pubblici quali scuole e ospedali dovranno essere eseguiti tenendo conto delle specificità collegate agli occupanti di questi edifici e quindi alle ulteriori difficoltà che possono emergere in caso di incendio.

L’iniziativa e gli obiettivi. Confabitare vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sicurezza antincendio, al fine di poter assicurare che il tema, in particolare per quanto riguarda la prevenzione degli incendi in facciata, sia affrontato dal Governo in modo da ridurre al minimo i rischi per proprietari ed occupanti degli edifici. L’evento si pone come obiettivo quello di discutere la normativa italiana sulla sicurezza antincendio e riflettere sulla necessità dell’introduzione di requisiti più stringenti per gli edifici di altezza elevata e gli edifici ad alto rischio, al fine di garantire tempi idonei di evacuazione delle persone e rendere più sicura l’azione dei soccorritori.

L’iniziativa proposta è un evento a cui parteciperanno soggetti istituzionali, figure esperte del settore e associazioni finalizzato a stimolare un dibattito pubblico sull’importanza di implementare normative più stringenti, simili a quelle presenti nel Regno Unito, in termini di protezione facciate e sicurezza degli edifici.

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