La nostra proposta per gestire l’emergenza sfratti
La proposta di blocco degli sfratti, contenuta inizialmente nel “Decreto mille-proroghe” – ribadita nel “Decreto rilancio” con un emendamento del Gruppo LEU e fortemente spalleggiata poi dal Movimento 5S (del quale qualche senatore avrebbe voluto addirittura prevedere una sorta di eliminazione degli sfratti, realizzando così un vero e proprio esproprio illegittimo), che sospende fino al prossimo 30 giugno 2021 l’esecuzione degli sfratti per morosità e porta a 18 mesi il blocco a suo tempo deciso – è sempre stata motivata sul presupposto (più ideologico che concreto) di voler fronteggiare le conseguenze economiche causate dall’emergenza sanitaria da Covid-19 sul comparto loca-zioni anche se, in realtà, a quasi un anno e mezzo dall’inizio della pandemia ancora non coinvolge veramente i contratti “colpiti” dall’emergenza – se non in misura ridotta – essendo infatti prevalsa nei proprietari la consapevolezza che il momento era ed è difficile per tutti. Un blocco che, così come è stato congeniato e reiterato, ha concesso a tutti gli effetti un salvacondotto sulle morosità antecedenti, anche di anni, il manifestarsi dell’epidemia. In questo modo, però, il Governo Conte aveva scelto – in modo del tutto incomprensibile – di mettere sullo stesso piano le c.d. “morosità incolpevoli” (fra le quali rientrano a pieno titolo quelle dovute al Covid) dalle morosità senza giustificazione, quelle cioè di chi da anni non paga nulla (addirittura nemmeno le spese condominiali che vengono poste poi a carico del locatore) e continua ad usare gli immobili come fossero loro.
CONFABITARE è comunque consapevole della gravità del momento, delle difficoltà che si dovranno affrontare allorquando i tribunali dovranno riavviare le esecuzioni e ritiene che un indiscriminato sblocco potrebbe danneggiare molte famiglie, come molte attività oggi in crisi, cosa che respingiamo, pur rimanendo a fianco dei nostri associati nella tutela dei loro diritti costituzionalmente previsti (ma non sempre garantiti).
Non bisogna dimenticare, inoltre, che questo è un momento difficile e delicato per tutti, nel quale, va sottolineato, sono stati e sono pochi, i locatori che hanno voluto o intendono procedere allo sfratto di famiglie o attività che non riescono più a far fronte al pagamento dell’affitto e, in molti casi, delle spese condominiali (alle quali fanno fronte spesso gli stessi locatori).
Il Governo Conte, in ogni caso, non ha mai saputo o voluto rendersi conto, poi, che su temi così importanti dal punto di vista sociale, si è seriamente rischiato – a colpi di DPCM – di entrare in contrasto con i principi costituzionali di pari dignità ed uguaglianza davanti alla legge e con il principio di tutela e garanzia della proprietà privata, perché non si può procedere sempre privilegiando gli uni a danno degli altri, stabilendo che esistono cittadini di serie “A” e cittadini di serie “B” e scaricando tutta o una parte consistente del welfare sui proprietari che non sono né possono diventare i “servizi sociali” al posto dello Stato e dei Comuni.
Da questa analisi, qui sintetizzata nelle sue linee di base, sono derivate numerose proposte, purtroppo dal Governo Conte sempre e costantemente ignorate. Questa è stata la situazione fino alla successiva crisi del gennaio 2021. Con il nuovo Governo Draghi, però, le cose sono cambiate, i Ministri, i parlamentari e le principali cariche politiche dei Partiti hanno iniziato a dare riscontro alle nostre proposte e, cosa mai accaduta con il precedente Esecutivo, ad accettare di confrontarsi con noi per lavorare insieme alla ripartenza del Paese.