Comunità Energetiche: Un Nuovo Paradigma Energetico o un fenomeno naturale

Quando nel lontano 2010, con il mio gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, cominciammo a lavorare sulle comunità solari, cioè quello che poi si può considerare come l’antesignano delle comunità energetiche, volevamo evidenziare che al di sotto delle cabine secondarie di bassa tensione, dove sono mediamente collegati 150 utenti, la condivisione di energia avviene in maniera naturale e assolutamente indipendente dalla gestione amministrativa dei kWh prodotti e consumati che invece segue un percorso virtuale di carattere meramente finanziario. Ogni kWh immesso nella rete di bassa tensione da un qualsiasi impianto fotovoltaico viene consumato dal primo utente che, collegato alla stessa rete, lo richiede. Questo significa che l’autoconsumo collettivo è un fenomeno naturale che avviene spontaneamente nella rete elettrica senza che nessuno lo possa governare e/o impedire. Questo è un importante punto di partenza perché ci suggerisce che per autoconsumare collettivamente non ci vuole una legge amministrativa e tutti possono condividere il bene energetico senza doversi “sposare”. Lo Stato quindi che cosa ha normato con la legge 8/2020? Molti pensano che quella legge, che recepisce il decreto legislativo 199/2019, permetta di effettuare la pratica dell’autoconsumo collettivo: niente di più falso. In realtà questa legge serve a definire semplicemente il concetto di autoconsumo collettivo come un fenomeno che avviene in maniere naturale tra un contatore di produzione e uno di consumo che appartengono allo stesso “filo elettrico” della rete nazionale. La legge quindi prende atto del fenomeno anche se la legge amministrativa impedisce ai soggetti che condividono naturalmente l’energia di poter fare compra-vendita del bene stesso. Secondo la legge amministrativa dello Stato se vogliamo condividere l’energia, il produttore deve venderla virtualmente al GSE tramite un contratto di ritiro dedicato, il GSE porta virtualmente questa energia alla borsa elettrica in cui viene virtualmente venduta ai treader che la rivendono virtualmente a prezzo di mercato ai loro clienti. In questa giostra virtuale, l’energia diventa una mera commodity speculativa perché completamente disaccoppiata dal percorso fisico dell’energia cioè il trader fattura sostanzialmente un servizio che fisicamente non eroga.
Questo meccanismo ha le sue origini negli anni ’60 quando tutta l’energia elettrica veniva prodotta da un limitato numero di centrali che immettevano nella rete di alta tensione per dispacciarla su tutto il territorio. Dal 2012 non è più così e i piccoli impianti fotovoltaici sui tetti delle case, che immettono energia nella rete di bassa tensione, richiedono una riforma del mercato elettrico che tenga conto di questa peculiarità che la legge 8/2020 evidenzia.
Dal 2015, il Centro per le Comunità Solari cerca di portare cultura tra le famiglie provando di tutelare i piccoli produttori di energia rinnovabile e chiedendo la tanto sperata riforma del mercato elettrico.

“Perché le comunità energetiche possono sostituire le grandi centrali

La rete elettrica italiana è un’eccellenza mondiale e funziona con lo stesso principio con cui una pianta distribuisce l’acqua sulla superficie di una foglia: dal sistema centralizzato delle radici (grandi centrali elettriche), l’acqua (energia elettrica) viene inviata al picciolo di ogni singola foglia (alta tensione). Il picciolo poi (cabina primaria) si divide in condotte più piccole (media tensione) che cominciano a distribuire acqua che poi si dividono (cabine secondarie) in tante piccole venine (bassa tensione) per portare acqua in ogni cellula della foglia (le imprese, le case,…). L’energia sotto alle cabine secondarie viene condivisa tra produttori e consumatori in modo naturale. Quando le case saranno tutte dotate di impianti fotovoltaici, allora quello che succederà è che la rete di bassa tensione a mezzogiorno avrà più energia di quella che chiedono le case stesse e quindi sarà “satura”. L’energia a questo punto che non può uscire comincerà a risalire la corrente proprio come i salmoni e manderà in “inversione di flusso” la cabina secondaria alimentando così la rete di media tensione in cui normalmente vi sono collegate le utenze industriali. Se anche gli industriali saranno dotati di impianti fotovoltaici, allora la rete di media tensione sarà “satura” e l’energia elettrica può salire ancora più in alto mandando in “inversione di flusso” la cabina primaria alimentando così l’alta tensione da cui può andare in ogni parte di Italia. Questo esempio ci insegna che la rete elettrica è bidirezionale per cui se il problema non è tecnico significa che è politico cioè dipende da dove vogliamo i portatori di interesse: nelle grandi centrali o negli edifici in genere. L’albero distribuisce l’acqua sulle foglie in modo centralizzato ma l’energia la produce attraverso la fotosintesi in miliardi di piccoli “centri di reazione” sulle foglie che alimentano tutta la pianta. Ogni foglia è una comunità solare che produce energia per se stessa e per tutta la pianta in maniera robusta e resiliente.

“come si entra in una comunità solare”

Nel 2020 il Centro per le Comunità Solari e il Tecnopolo di Rimini hanno sviluppato il modello di una piattaforma tecnologica per autoconsumare collettivamente secondo quanto previsto dalla legge 8/2020 a cui le famiglie possono accedere con tre soli click. Nel 2021, nasce Solar Info Community srl Società Benefit per industrializzare la piattaforma e per estenderla su scala nazionale. La piattaforma è suddivisa per territori comunali cioè una sola sezione di autoconsumo per ogni Comune. Chiunque può condividere l’energia della sua comunità o partecipando come consumatore (consumer) o partecipando come produttore/consumatore (prosumer). La famiglia deve iscriversi come cittadino solare al Centro per le Comunità Solari con 25 euro (15 euro/anno è il rinnovo della quota d’iscrizione), in quanto il servizio di autoconsumo collettivo può essere erogato soltanto ai soci, e chiede di poter accedere alla comunità solare del suo Comune cioè alla sezione di autoconsumo collettivo diventando così cittadino solare energetico con 400 euro una- tantum per ricevere gratuitamente il dispositivo chiamato smart meter con cui potersi collegare alla piattaforma nazionale. Lo smart meter viene collegato direttamente in una qualsiasi presa domestica e attraverso le onde convogliate della rete elettrica leggerà direttamente i dati del contatore di produzione, se presente l’impianto fotovoltaico, e il contatore di consumo. Tali dati tramite la rete WiFi vengono inviati nella cabina di regia di SIC in cui viene contabilizzato l’autoconsumo collettivo.


e-Day: happening delle comunità solari – competizione, sostenibilità e impegno collettivo”

Da Febbraio 2023, la piattaforma di Comunità Solare per l’autoconsumo collettivo è stata aperta su scala nazionale e oggi conta 30 sezioni operative in altrettanti comuni italiani. Il Centro per le Comunità Solari forte di questa esperienza che raccoglie oltre 2700 iscritti intende posizionarsi come riferimento nazionale per le comunità energetiche in cui l’autoconsumo collettivo viene riconosciuto e definito dalla legge 8/2020. Il 7 dicembre 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato il decreto 414 per stimolare la nascita e lo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili o gruppi di autoconsumo collettivo in Italia. Se da una parte il decreto trova un Tallone di Achille proprio nella formazione del fondo di incentivazione dall’altra costituisce un importante momento di presa di consapevolezza sul funzionamento della rete elettrica italiana e della necessità di un’imminente riforma del mercato elettrico per renderlo più idoneo alla crescita massiva dell’energia rinnovabile.
L’e-Day è un evento annuale, organizzato dal Centro per le Comunità Solari che quest’anno si terrà all’Autodromo di Imola come fortemente voluto da Marco Panieri, Sindaco di Imola, e dalla sua giunta che consegna alla manifestazione un palco tanto prestigioso quanto simbolico legato all’era del petrolio ormai al tramonto. Il 2024 si può considerare una vera e propria partenza di un nuovo paradigma. Il gruppo degli scienziati di Energia per l’Italia, creato dal prof. Vincenzo Balzani, ha dato la sua disponibilità a presentare il suo manifesto sulla transizione energetica per discuterlo apertamente con esponenti della società civile. Occorre una visione chiara e lucida per capire quale è il faro attraverso il quale farsi guidare per calare poi le soluzioni su scala sociale tenendo conto dei compromessi necessari ma dei cambiamenti obbligati.
Abbiamo solo dieci anni per prepararci e per attrezzarci ma intanto siamo già in gara contro il tempo. Chi partirà in prima fila avrà anche le migliori probabilità per vincere ma solo se avrà studiato bene il percorso, le sue curve e le sue insidie. Gli scienziati di Energia per l’Italia desiderano discutere con la politica chiedendole di non sostituirsi al ruolo dei piloti ma di mettere i piloti nelle migliori condizioni per gareggiare.
Tra i relatori di spicco di Energia per l’Italia: il dott. Nicola Armaroli (dirigente di ricerca CNR di Bologna) che ci illustrerà in cosa consiste la transizione energetica su scala globale e il prof. Leonardo Setti del Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna approfondirà il concetto di comunità energetiche e come queste cambieranno il paradigma dell’attuale sistema basato sulle grandi centrali. La tavola rotonda metterà a confronto gli scienziati di Energia per l’Italia ed esponenti della società civile tra cui politica, associazioni di categoria e associazioni ambientaliste per un dibattito costruttivo su come trasformare l’energia da commodity a bene comune e condiviso.

“ La Solar Champions League: come il gioco ci aiuta a cambiare stili di vita”
Comunità Solare è un modello di comunità energetiche rinnovabili di tipo indipendente cioè che non necessitano di fondi pubblici. Comunità Solare è un patto di responsabilità sociale che coinvolge imprese, cittadini e attività commerciali cioè una solida alleanza sociale e solare per trasformare le nostre città in città solari più inclusive e sostenibili. Un patto sociale in cui alle amministrazioni pubbliche viene chiesto di costruire il perimetro di gioco per rilanciare il commercio locale cioè un modello di economia di prossimità che parte dal basso utilizzando proprio l’energia come volano di sostenibilità.
Comunità Solari è una piattaforma tecnologica che permette ai partecipanti di monitorare la produzione, il consumo e la condivisione di energia solare. Chi possiede un impianto fotovoltaico può condividere l’energia in eccesso, contribuendo a un sistema di scambio virtuale che promuove la sostenibilità attraverso la condivisione delle risorse energetiche.
I grandi cambiamenti sono anche fatti di momenti appassionanti ed è per questo che comunità solari ha introdotto anche il gioco, applicando gli strumenti più moderni di economia comportamentale. La Solar Champions League intende stimolare l’autoconsumo collettivo trasformando i prosumer e i consumer in veri e propri giocatori che si sfidano settimanalmente a colpi di energia condivisa. La competizione misura l’energia autoconsumata, le riduzioni delle emissioni e promuove azioni quotidiane sostenibili aiutandoci con una piccola spintarella a essere migliori.
La Prima Edizione 2023 della Solar Champions League LEVEL4 ha coinvolto 28 squadre tra le quali ha prevalso “Le Stelle” della Comunità Solare di Medicina”. Lo scudetto sarà consegnato il 3 marzo 2024 presso l’Autodromo di Imola in occasione dell’eDay: happening delle Comunità Solari durante il quale saranno anche premiati i vincitori dei titoli speciali alle migliori squadre del campionato così come i riconoscimenti agli sponsor delle squadre quali “Costruttori di Città Solari”.

“Un’Alleanza Solare per un patto di responsabilità sociale d’impresa”
Il patto di responsabilità sociale tra imprese, cittadini, attività commerciali e amministrazioni pubbliche che Comunità Solare sta proponendo coinvolge direttamente le associazioni di categoria in una vera e propria Alleanza Solare per trasformare le nostre città in città solari. Alberto Zanni, Presidente di Confabitare, insieme al prof. Leonardo Setti, Presidente del centro per le Comunità Solari e Marinella Michelato, CEO di Solar Info Community srl (Società Benefit) hanno voluto dare vita a questa Alleanza Solare perché “Questo accordo – commenta Alberto Zanni – riveste un’importanza fondamentale per i proprietari immobiliari, poiché apre la strada a una serie di opportunità e vantaggi legati alla sostenibilità e alla transizione energetica. L’autoconsumo collettivo, promosso da questo accordo, non solo protegge i proprietari in quanto prosumer, ma offre anche ai proprietari immobiliari la possibilità di partecipare attivamente alla creazione di comunità energetiche sostenibili. Questo migliora la qualità della vita all’interno delle comunità, ma può anche aumentare il valore degli immobili stessi, rispondendo alle nuove norme e alla crescente domanda di soluzioni abitative sostenibili sul mercato”.
L’intenzione dei firmatari è quella di estendere l’accordo ad altre associazioni di categoria affinchè l’Alleanza Solare si trasformi in un solido patto di responsabilità sociale mettendo al centro del nuovo sistema energetico le famiglie con le loro abitazioni, le loro auto, i loro stili di vita,… per rendere le nostre città più resilienti, più inclusive e più sostenibili.

Prof. Leonardo Setti

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