È notizia di questi giorni che il governo Gentiloni, nelle sue ultime ore di attività legislativa, riprende l’articolo 2 della Delega Fiscale, riguardante la riforma del Catasto immobiliare, e lo inserisce nel Piano Nazionale delle Riforme allegato al Documento di Economia e Finanza (DEF) che dovrà essere approvato ed inviato entro il 10 aprile. Confabitare – associazione proprietari immobiliari – esprime – ora come già in passato – la propria decisa contrarietà ad una riforma del Catasto che, così come impostata, si trasformerà inevitabilmente in un ulteriore aumento delle tasse a carico dei proprietari immobiliari, già tartassati dalla manovra Monti che ha introdotto la tassazione sulla prima casa (successivamente eliminata parzialmente dal governo Renzi) e che poi ha triplicato l’imposizione anche su tutti gli altri immobili (case affittate, anche a canone agevolato, uffici, negozi, ecc.). Confabitare ribadisce innanzitutto che la attuale priorità del settore immobiliare è una significativa riduzione della tassazione, mentre la revisione del catasto deve essere l’occasione per una riflessione più seria su tutto il sistema immobiliare, non solo per quanto riguarda l’aspetto dell’imposizione fiscale, ma soprattutto per quanto concerne la sicurezza del patrimonio immobiliare italiano, perseguibile attraverso l’implementazione del Fascicolo del Fabbricato.
Anzi, nel 2014, andando oltre la semplice idea di Fascicolo del Fabbricato, Confabitare ha proposto il Cassetto Immobiliare, che, prendendo spunto proprio dalla riflessione sulla riforma per rendere più efficace il catasto, propone una nuova vision basata non solo su una raccolta di dati, ma una raccolta strutturata di dati utili al fisco e al cittadino, attraverso la quale si può ottenere una mappatura ragionata dell’intero sistema abitativo e, a partire da quella, programmare gli interventi necessari associando ad essa una serie di indici di efficienza (degrado, invecchiamento e documentazione) capaci di valutare lo stato documentale e soprattutto di conservazione di un immobile.
In questo modo, il Cassetto Immobiliare pensato da Confabitare diventa non un nuovo documento (mero adempimento burocratico) da aggiungere a quelli esistenti, ma innanzitutto uno strumento di prevenzione che misura l’intero stato dell’edificio e una certificazione sul suo livello di sicurezza, della conformità catastale e della situazione edilizio-urbanistica.
Il Cassetto Immobiliare deve essere percepito come la necessità di una attenta verifica dello stato di legittimità e di adeguatezza normativa degli edifici, perché per Confabitare la prevenzione e la sicurezza delle persone e degli edifici viene prima delle tasse!
Il Presidente del Centro Studi Edilizia e Urbanistica di Confabitare
Arch. Raffaele Ciccarelli